Adresse | indirizzo: già nn. 153, 154, 166
Katasternummer | numero catastale: particella n. 224
Geschichte | storia:
Johann Tinkhauser indica come proprietario nel 1546 Caspar Hueber Lamplwirth con beni; nel 1700 Antoni Puel Lammwirth, nel 1835 Johann Gfader Lammwirth.
Erika Kustatscher menziona un certo Kaspar Huber, ma non come proprietario del Lammwirt.
Nel 1731 Peter Hueber presentò al consiglio comunale una petizione in qualità di ex oste del Weissen Lampp.
Mariatheresianischer Kataster: Frau Josefa Hafnerin besitzt die Wirtstabern am weißen Lamm zwischen Spital und Löwenwirtshaus.
Nel 1794 muore Josefa, moglie di Matias Dekall, e suo figlio Eustachius Steger, avuto dal primo matrimonio, eredita la proprietà. Nel 1798 i creditori vendono la locanda Lamplwirtshaus a Gottlob von Menz. A loro volta, i creditori di quest'ultimo vendono la locanda con i fabbricati annessi a Georg Hofer, macellaio cittadino di Brunico. Dopo la sua morte, i figli ereditano congiuntamente il patrimonio paterno e nel 1808 vendono il loro diritto di proprietà al chirurgo Josef Bergmeister. Quest'ultimo nel 1809 vende la locanda Lammwirtshaus ad Anton Hofer di Bolzano, che a sua volta la rivende nel 1811 a Josef Prenn di Villa Ottone.
Nel 1815 Josef Prenn vende la proprietà a Johann Gfader e alla moglie Anna, nata Raschatin. Nel 1842 Johann Gfader, unico proprietario, cede il diritto di proprietà al figlio Leopold Gfader. Nel 1857 gli immobili vengono messi all'asta pubblica e la sorella Josefa Gfader, sposata Hinterhuber, è la miglior offerente.
Nel 1884 Josefa, vedova Rottensteiner, cede il suo diritto di proprietà a Robert Heis.
Bemerkungen | annotazioni:
L'edificio è tutelato; Delibera della Giunta provinciale - LAB 5082 del 24/08/1987.
Literatur | bibliografia:
- Erika Kustatscher, Die Städte des Hochstifts Brixen im Spätmittelalter. Verfassungs- und Sozialgeschichte von Brixen, Bruneck und Klausen im Spiegel der Personengeschichte (1200-1550) (Veröffentlichungen des Südtiroler Landesarchivs 25), Innsbruck/Wien/Bozen 2007. Beiliegende CD-Rom.
- Anton Sitzmann, Häuserbuch der Altstadt Bruneck (1780-1964), Diss. phil., Band II, Innsbruck 1965, S. 371-373.
- Hubert Stemberger (Hg.), J.N. Tinkhauser's Brunecker Chronik 1834. "Geschichtliche Nachrichten von der k.k. Kreisstadt Bruneck und derselben Umgebung", Bozen 1981, S. 234f.


