Decimo anniversario dell’Archivio storico — Mostra al Municipio

Il munici­pio di Bruni­co ospiterà fino al 31 mar­zo 2024 la mostra “Zehn Jahre — zehn Objek­te — viele Geschicht­en / Dieci anni — dieci doc­u­men­ti — molte tes­ti­mo­ni­anze”, real­iz­za­ta in occa­sione del­la Gior­na­ta inter­nazionale degli archivi 2023, del dec­i­mo anniver­sario del­l’Archiv­io stori­co del­la Cit­tà di Bruni­co e del­la pri­ma Gior­na­ta Sudtirolese degli Archivi. L’an­no scor­so è sta­ta espos­ta alla Casa Ragen e alla Lib­ri­Ka.

La mostra pre­sen­ta — per mez­zo di las­tre illus­trate — dieci ogget­ti prove­ni­en­ti dal pat­ri­mo­nio dell’Archivio stori­co di epoche diverse, che rap­p­re­sen­tano diver­si tipi di fonti e for­niscono infor­mazioni sul­la sto­ria del­la cit­tà. Con­tin­ua a leg­gere

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“Neujahrs-Entschuldigungskarten”

Tra gli anni 1821 e 1915, la Cit­tà di Bruni­co emet­te­va ogni anno una cosid­det­ta «Neu­jahrs-Entschuldigungs-Karte», «Grat­u­la­tions-Entschuldigungs-Karte» o sem­plice­mente «Entschuldigungs-Karte». La tradizione di ques­ta for­ma di esprimere i com­pli­men­ti di Capo­dan­no veni­va colti­va­ta anche in altre cit­tà del Tiro­lo.

Sulle schede era­no raf­fig­u­rati soprat­tut­to san­ti e vedute urbane, che veni­vano riprodotte con tec­niche diverse (litografia, inci­sione su acciaio); nel 1887 fu usa­ta per la pri­ma vol­ta una fotografia come mod­el­lo. In alcu­ni anni a metà del 19° sec­o­lo si pote­va persi­no scegliere tra diver­si motivi. Con­tin­ua a leg­gere

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„Grosser Gott Kleines Kind“

Con ques­ta rap­p­re­sen­tazione di Gesù Bam­bi­no nel­la man­gia­toia, sen­za Maria e Giuseppe, ma con un bue e un asi­no, vi auguri­amo un buon Natale.

L’immagine mostra la “Wahre Abbil­dung des Gnaden­re­ichen Kind Iesu bey denen P.P. Augustineren in München”, un cosid­det­to Fatschenkindl, prove­niente dall’Italia e oggi con­ser­va­to nel­la Bürg­er­saalkirche di Mona­co. La stam­pa, un’incisione su rame di Cas­par Har­rer del 1780 cir­ca, incor­po­ra lamine metal­liche di diver­si col­ori e il dis­eg­no del pan­no in cui è avvolto il bam­bi­no (“Fatschen”) è sta­to sos­ti­tu­ito da un pez­zo di seta rossa.

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Prima Giornata sudtirolese degli archivi — un resoconto

Figu­ra 1. Archiv­io stori­co del­la Cit­tà di Bruni­co, Serie delle pergamene, n. 162. Foto: Alessan­dro Cam­pan­er / Archiv­io Provin­ciale di Bolzano 2023.

Nel 1478, a Bruni­co nacque una con­tro­ver­sia quan­do i quat­tro for­nai del­la cit­tà non vollero cuo­cere il pane sec­on­do le regole sta­bilite dal rego­la­men­to comu­nale e prob­a­bil­mente non si atten­nero alle leg­gi vigen­ti quan­do lo vendet­tero. Per questo moti­vo, i panet­tieri furono ban­di­ti dal loro mestiere dal cap­i­tano del principe vesco­vo di Bres­sanone, Balthasar von Wels­berg, che era respon­s­abile di Bruni­co. Per riot­tenere l’au­tor­iz­zazione all’e­ser­cizio del mestiere e chiarire questo pic­co­lo scan­da­lo, gli arti­giani dovet­tero garan­tire per iscrit­to che avreb­bero nuo­va­mente rispet­ta­to le regole. Questo atto di ammis­sione degli errori fu com­pi­u­to con l’e­mis­sione di un doc­u­men­to che oggi fa parte del­la serie delle pergamene del­l’archiv­io cit­tadi­no (Figu­ra 1). Si trat­ta di un atto sig­illa­to su perga­me­na in lin­gua tedesca, come ne sono sta­ti tra­man­dati in gran numero a par­tire dal tar­do Medio­e­vo. Con­tin­ua a leg­gere

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La cronaca delle Suore della Preghiera

A Bruni­co, nel tar­do Medio­e­vo, c’era un grup­po di donne che vive­va in una casa nell’ ”Ober­dorf” (Ragen di Sopra). Diver­si doc­u­men­ti nel­l’archiv­io stori­co cit­tadi­no for­niscono infor­mazioni su queste suore. In un arti­co­lo appar­so nel 1980 sul­la riv­ista cul­tur­ale Der Schlern, Karl Franz Zani si chiede­va se la Val Pus­te­ria ospi­tasse il più anti­co beghi­nag­gio del Tiro­lo.[1]

Beguine. Xilo­grafia da: “Des dodes dantz”, stam­pa­to a Lubec­ca nel 1489. Fonte: Wiki­me­dia Com­mons. CC BY-SA 3.0

Le begh­ine e le beguttes era­no par­ti­co­lar­mente dif­fuse nelle Fian­dre, nei Pae­si Bassi, sul Reno, in Ger­ma­nia e in Fran­cia ed era­no dedite alla pietà e alle opere di car­ità, ma soprat­tut­to alla preghiera e all’as­sis­ten­za ai malati.

Nel 1502, il vesco­vo di Bres­sanone, Mel­chior von Meck­au (1488–1509), emanò una rego­la per la casa di Bruni­co, da cui si rica­vano ulte­ri­ori infor­mazioni sul fun­zion­a­men­to del­la pic­co­la comu­nità locale. Sec­on­do ques­ta rego­la, le Sorelle di Preghiera (Betschwest­ern) di Bruni­co vive­vano delle ele­mo­sine delle per­sone pie e del paga­men­to che riceve­vano per le loro preghiere. Era loro per­me­s­so chiedere l’ele­mosi­na. Non esiste­vano pro­pri­età per­son­ali, tut­to appartene­va alla comu­nità. L’ed­i­fi­cio del­la comu­nità non era acces­si­bile agli estranei.[2] Con­tin­ua a leg­gere

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